Quando arriva l’inverno e le temperature si abbassano uno dei problemi più comuni sono le stampe di cattiva qualità: macchiate e con aree scure all’interno della pagina.
Se avete appena inserito un toner in stampante e le pagine escono pessime, il primo pensiero è quello che la cartuccia sia difettosa o, peggio, che la stampante si sia guastata.
Il freddo è nemico della qualità di stampa
In realtà la prima cosa da verificare è la temperatura della cartuccia. Se è stata esposta al freddo, per esempio in un magazzino non riscaldato, oppure nel veicolo di un corriere, allora sicuramente la polvere di toner contenuta nel serbatoio è troppo fredda per riuscire ad operare correttamente.
Il risultato di stampa di un toner “freddo” può apparire addirittura “disastroso”: macchie, aree sbiadite, colori errati sono solo alcuni degli effetti più comuni.
Come è possibile risolvere questa problematica?
Per fortuna però la soluzione del problema è semplicissima: occorre lasciare riposare il toner in un ambiente riscaldato a circa 20°C per almeno un paio d’ore. E’ possibile anche lasciarlo all’interno del suo alloggiamento in stampante, purché accesa, attendendo anche in questo caso almeno una o due ore prima di iniziare a stampare.
Gli effetti del freddo sulla polvere di toner per fortuna sono in genere reversibili. Sarà sempre possibile ripristinare una adeguata qualità di stampa semplicemente attendendo un tempo adeguato, a meno che la cartuccia non sia stata esposta al gelo, cioè a temperature inferiori ai -10°C.
Attenzione dunque a come e dove vengono conservati, perché i toner possono soffrire danni irreversibili se esposti al gelo estremo, cioè a temperature inferiori ai -10°C. Anche l’esposizione a temperature elevate, cioè superiori ai +35°C può causare danni permanenti alle polveri.
Per ottenere i migliori risultati, le temperature dell’ambiente di lavoro raccomandate in cui le stampanti laser possono operare sono comprese tra i +16°C e i +25°C.